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Disconosco questa casa e la sua terra
e questo cielo che del rosso del mio pianto,
ha assunto tinte della guerra.
Se una volta a testa in su, per gioco unendo
i puntini delle stelle, vedevo noi, i nostri baci
e persino la tua pelle, sarà un tragico destino,
ma di quel poco che ricordo, adesso vedo
un cuore solitario, spezzato e malconcio.
Certo, il dolore passerà e un amore di ritorno
laverà via lo sporco da questo volto tanto spoglio;
Ma per la troppa razionalità la domanda che ora pongo,
é quanto ancora ci vorrà dal momento che lo spazio
é simile all’immenso e il tempo somigliante a
quel bastardo vagabondo che si finge perso e tonto,
non per chieder carità, ma per farsi beffa e risa alle mie spalle,
mentre io guardando quelle stelle, rigo il volto di preghiere
che senza logica apparente, in una rima scombinata senza fiato
e con niente per la mente, rivolgo a te o mio buon Dio,
che tu riporti qui da me, l’amore mio che di follia,
checchessia o non so che, s’é nutrito ultimamente.
Siamo quasi a Natale e certamente come d’abitudine e di consueto,
sarai tanto affaccendato, infreddolito e forse anche incavolato
e se alla fine di ascoltarmi buon Pastore non potrai,
ti ricordo solamente che non ho chiesto soldi e né gente intorno a me,
ma un amore di ritorno che similmente a quel camino,
scalderebbe tutto intorno, o come soluzione temporanea
una coperta calda e un buon bicchiere di vino.
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