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destino

Disconosco questa casa e la sua terra
e questo cielo che del rosso del mio pianto,
ha assunto tinte della guerra.

Se una volta a testa in su, per gioco unendo
i puntini delle stelle, vedevo noi, i nostri baci
e persino la tua pelle, sarĂ  un tragico destino,
ma di quel poco che ricordo, adesso vedo
un cuore solitario, spezzato e malconcio.

Certo, il dolore passerĂ  e un amore di ritorno
laverĂ  via lo sporco da questo volto tanto spoglio;
Ma per la troppa razionalitĂ  la domanda che ora pongo,
ĂŠ quanto ancora ci vorrĂ  dal momento che lo spazio Continua a leggere

Ciao piccolina mia, come va?
Le giornate qui trascorrono monotone senza te,
ma il tuo ricordo ĂŠ sempre vivo nella mia mente.

I tuoi sorrisi funzionano ancora e basta rievocarli,
per far germogliare raggi di sole in giornate ferrigne come questa.
Eppure essi, mettono intensa tristezza e malinconia.
Sarà forse perchè non mi appartengono piÚ?
Come sarebbe bello poterti rivedere,
accarezzare, parlare, abbracciare.
Quanto vorrei sentirmi dire “amore mio”, “tesoro”,
o semplicemente sentirmi chiamato da te.
Tu, che pronunciavi il mio nome e riempivi il mio nulla.
Tu, che con le tue risate spalmavi di allegria le mie giornate.
Tu, che con la tua presenza davi senso al tutto.

Ogni cosa ora si ĂŠ tremendamente complicata. Continua a leggere

Reggio Calabria, 21/07/2001 Ore 11,15.
Ero sveglio da poco e mi accingevo a prendere il caffè, quando ho sentito miagolare in modo strano o meglio dire ho percepito dei richiami, degli apparenti lamenti. Precipitatomi immediatamente in veranda, ho notato riverso per terra, accanto la scaletta che conduce al tettuccio, il tuo gattino agonizzante. Qualche istante prima che io varcassi l’uscio che dalla cucina conduce appunto all’aperto, sopraggiungevano Clarabella e Zara, che tuttavia non facevano nulla che mi inducesse a pensare ad una qualche possibile responsabilitĂ  sull’accaduto da parte loro. Infatti erano calme, stupite, quasi sorprese quanto me e per nulla eccitate; Tra l’altro come poc’anzi asserito, mi pare fossero appena sopraggiunte. Il gattino non presentava segni, morsi o ferite particolari, che mi portassero a pensare ad un probabile azzannamento. Il corpo del micio era perpendicolare al tettuccio e quindi sul punto di caduta; Questo particolare, rafforza l’ipotesi che appunto, non sia stato trascinato e quindi morso. Continua a leggere

Bugiardo son divenuto pure.

A queste mani che tanto t’hanno bramata, chi dirĂ  loro che non t’avranno piĂš?
E a questo cuore innamorato, che piĂš non t’amerĂ ?
A questa bocca che dalle tue labbra attingeva,
come potrò fargli sapere che quest’arsura non andrĂ  piĂš via?
A questa pelle che dei tuoi brividi si ungeva,
chi dirĂ  essa che d’ora in poi dovrĂ  privarsene per sempre?
A questo corpo che ti cerca anche nel sonno,
come potrò sussurrargli che quest’astinenza di te non finirà mai?
Chi glielo dirĂ ?

Oh, come potrò dire la verità!
Povere parti mie, che vi è dato da patire!
Umili mani, non poter piÚ toccare ciò che Continua a leggere

Ho sciupato l’abilità di renderli sempiterni.
Ho affinato tuttavia la capacitĂ  di non soccombergli.
 
Vorrebbero pioviscolare in questi giorni,
ma crudelmente gli impedisco di farlo.
Come? Semplice!
Non gli consento di germogliare,
non gli permetto di sorseggiare la vita.
 
Come un feto, essi rimangono interrati dentro me.
 
Non si ribellano,
non si lamentano, anzi, restano lietamente
rassegnati al loro infausto destino. Continua a leggere