alberi
E’ incredibile, sconcertante, semplicemente misteriosa.
Alludo alla mente, a quella degli esseri umani.
C’eravamo detti addio e vivevamo questa scelta,
questa situazione, in maniera malamente precaria.
Il caso decide che é arrivato il momento di rivederci
e un sabato di ottobre come per magia succede.
Decidiamo che chiuderla in quel modo non é giusto
nè opportuno e stabiliamo di mantenere i contatti.
Ci sforziamo di farlo, ma non é luna piena
che già il “noi” non ci appartiene più. Continua a leggere
Ho imparato che amare non é facile.
Ho imparato che lasciarsi amare a volte é più difficile.
Ho imparato che un gesto può cambiare il corso delle cose.
Ho imparato che basta un sorriso per accendere un cuore.
Ho imparato che far sorridere vale più dell’oro.
Ho imparato che non tutti sanno apprezzarti.
Ho imparato che a volte arrabbiarsi è un’alternativa.
Ho imparato che il dolore é lo spannatore dell’anima.
Ho imparato che la musica é piena di risposte.
Ho imparato che per capire che Dio esiste non devi impararlo.
Ho imparato che nulla uccide più dell’indifferenza.
Ho imparato che sentirsi ricchi vale più di esserlo.
Ho imparato che i miei limiti iniziano dove terminano quelli di molti.
Ho imparato che la leggerezza pesa più di un pugno.
Ho imparato che le parole sono come l’acqua e una volta versate non le riprendi più.
Ho imparato che la cattiveria della gente ti fa sentire migliore.
Ho imparato che donarsi mette più gioia del preservarsi. Continua a leggere
Come, dove e perché nasca un pensiero è laborioso comprenderlo.
A volte la musa ispiratrice é il tutto, altre volte il niente.
Eppure dal caos non può nascere l’ordine;
Così come dal nulla non può emergere alcunché.
Ma succede che ti ritrovi con l’irrefrenabile impulso di scrivere e lo fai di getto,
senza riflettere, come chi cadendo, trova un appiglio e lo afferra.
Non sai cosa ne uscirà fuori, eppure esterni senza riserva alcuna le trepidazioni.
Riesco a sentire la mia voce dentro di me e Continua a leggere
Nudi, spigolosi, autorevoli alberi, tagliano i ricordi.
Graffiati dal vento, pensieri solitari, sorvolano ombrelli e cappelli.
Come chicchi di riso bianchissimo,
si perdono segretamente sulla città
e nelle tasche di ogni passante, freddissime lacrime.
Fa da letto alle incontenibili malinconie, come velo di nozze, la nebbia.
Milano,
in tutta la sua tragica, agghiacciante bellezza,
appare ancora una volta,
una gelida, ineffabile,
irresistibile sposa indesiderata.
Malagevole narrarti il vissuto di questi giorni.
Potrei metterci tutta la mia solerzia,
ma non ti trasmetterei neppure la minima parte di quello che ho vissuto.
Ci provo, non mi costa nulla.
Mi perdurano le sensazioni, i timbri, le colorazioni, gli odori.
L’allegro sole che spaccava il buio del bosco,
penetrando attraverso il verdeggiante fogliame di quei dignitosi e altissimi alberi;
Raggi di luce, che come rilucenti spade,
venivano giù in picchiata a squassare il tappeto di foglie secche,
che gentilmente scricchiolava sotto i piedi scalzi e ormai sudici di natura.
La vista e il penetrante profumo del lago verde smeraldo,
che accompagnava le giornate senza tempo e
aleggiava inconsueto sulle nostre fragili vite. Continua a leggere