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All’epoca lo ritenesti uno sfrontato e un saccente
quanto ti scrisse determinate cose;
Ma non hai mai tenuto a mente che egli le incise con freddezza agghiacciante,
come se il contesto nel quale le esprimeva non lo riguardasse affatto.
Ti conosceva meglio di come tu capivi e comprendevi te stessa.
Sapeva che prima o poi avresti trovato chi di amore te ne avrebbe concesso,
(d’altronde una come te non avrebbe potuto far altro che farsi amare)
e che prima o poi avresti trovato chi ti avrebbe amata più e meglio
di come aveva saputo fare lui fino a quel momento.
Eppure quel sorriso ermetico, arrivati a questo punto, sembra non essersi mai estinto.
Era proprio lì che commettevi un errore grandissimo,
talmente ciclopico che non ti accorgevi neppure di commetterlo.
Ti sentivi sicura, imbattibile, certa che tali parole non ti avrebbero mai riguardata.
E’ vero, molti ti avrebbero amata e lo avrebbero fatto sinceramente,
altri avrebbero trovato la ricetta per farti stare bene,
ma nessuno avrebbe giammai trovato le dosi perfette per farti veramente felice:
esse sarebbero rimaste per sempre custodite nel cuore di colui che ti sussurrava.
Sento ancora la sua voce pacata e tremante
mentre guardandoti teneramente ti scrutava l’animo e ti chiedeva:
Chi saprà di quanto amore necessiterai?
E la tua voce zuccherata ed ingenua che rispondeva:
Tanto più che ce ne sia!
E chi saprà di quanta passione avrai bisogno?
E tu ancora: tanta più che ce ne sia!
E di quanta comprensione? O dolcezza? O riprensione?
O amarezza? O gioco? O trasgressione? O calore? O tenerezza?
O gelosia? O entusiasmo? O rimprovero? O libertà?
Chi ti guarderà per ore e ore negli occhi,
senza dire una parola e riempirà il tuo nulla?
Chi lo farà invece per pochi istanti e capirà ciò che provi,
ciò che desideri, ancor prima che tu lo pensa e lo dica?
Chi amerà i tuoi difetti come fossero pregi?
Chi dopo aver fatto l’amore ti carezzerà e ti farà sentire importante?
Chi coglierà il meglio di te?
Chi ti curerà dai tuoi sbalzi d’amore?
Chi lenirà con un sorriso i tuoi dolori?
O con un abbraccio i tuoi dispiaceri?
Chi ti starà accanto nei momenti del bisogno?
E in quelli della distretta?
Avrebbe potuto continuare ancora per lungo,
ma egli sapeva che sarebbe servito a poco.
E così, ti rammentava quanto ti aveva amata;
A volte con la parte migliore e più nobile del suo cuore,
e altre con quella peggiore e meno buona;
Tuttavia ti prometteva che non ti avrebbe mai abbandonata, mai.
E’ passato così tanto tempo da quel giorno.
Eri ancora così bella, lucente e radiosa,
da accendere gli occhi di un passante, di uno sconosciuto,
così, come si accende un fiammifero.
I tuoi occhi e il tuo sorriso erano legge dell’incendio boschivo.
Ma oggi le intemperie e le calamità della vita e dell’amore,
sembrano aver raso al suolo ogni albero,
ogni filo d’erba, ogni fiore, di quel meraviglioso animo.
Pregherò con tutto me stesso,
affinché Iddio mandi vento a seminare la tua terra,
acqua ad irrigare i tuoi campi, due mani forti per il raccolto,
e fede e speranza e gioia per la vendemmia.
Non ti resta che scegliere, scegliere, scegliere.
Si, se lo vorrai, cadrà la pioggia e laverà ogni cosa, anche quelle passate.
Questo dannatissimo tempo scorre feroce, ma tu bambina mia,
rimani una statua di gesso coperta di ombra e macchiata di rosso.
Una risposta a La statua di gesso
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Anche il silenzio è una "voce" udibile a chi ascolta con l’ANIMA…passa da me..se ti va…il tuo blog mi ha colpito..molto bello..mio indirzzo di messenger: romymaggio@hotmail.itROMY
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