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Nudi, spigolosi, autorevoli alberi, tagliano i ricordi.
Graffiati dal vento, pensieri solitari, sorvolano ombrelli e cappelli.
Come chicchi di riso bianchissimo,
si perdono segretamente sulla città
e nelle tasche di ogni passante, freddissime lacrime.
Fa da letto alle incontenibili malinconie, come velo di nozze, la nebbia.
Milano,
in tutta la sua tragica, agghiacciante bellezza,
appare ancora una volta,
una gelida, ineffabile,
irresistibile sposa indesiderata.
Una risposta a La sposa indesiderata
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Che bello tornare a leggerti…tra il cinguettio degli uccellini…Mi devi raccontare un sacco di cose…il perchè, il quando, il come….spero di risentirti prestociao stefania
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