Quello che sono?
Né inizio, né fine e neppure di mezzo la via.
Una lunga treccia fatta di codesti lemmi. Continua a leggere
Mi viene da sorridere.
No, non ridere, ma sorridere.
Che differenza c’Ă©?
Beh, sarebbe come concedere una carezza o dare uno schiaffo:
in ambedue i casi, sempre dalla mano nascerebbe il tutto.
Puoi avermi, Ă© vero;
Con la forza del pensiero o con la forza Continua a leggere
Fisso il lampione sulla strada
attraverso i vetri dellâultima stanza.
Quella potente fonte di luce e quel calore
attirano a se sciami di piccoli insetti,
che volteggiando impazziti,
sembrano recitare nellâaria argentata, il caos che regna nella mia mente.
Non possono che aver viaggiato allâinterno del mio animo.
Si, tuffatori esperti intinti nella mia essenza,
ora beffardi mimi del mio sentore. Continua a leggere
Netbus Ăš un software per il controllo remoto di un computer con sistema operativo Microsoft Windows attraverso una rete. Ă stato creato nel 1998 ed Ăš risultato molto criticato per le sue potenzialitĂ , perchĂ© spesso usato come backdoor. NetBus Ăš scritto in Delphi da Carl-Fredrik Neikter, un programmatore svedese. Ă stato messo in circolazione prima del suo fratello Back Orifice. L’autore all’epoca affermĂČ che il programma era destinato a essere utilizzato come scherzo e certamente non per irrompere illegalmente nei sistemi informatici. Tradotto dallo svedese, il nome significa: “uno scherzo della rete”.
Nel video si possono vedere le potenzialitĂ e le funzionalitĂ di questa backdoor in azione in una rete locale. La vittima non sapeva di essere in quel frangente monitorata, tuttavia mi autorizzava a procedere in qualsiasi momento, concedendomi successivamente la possibilitĂ di divulgare questo screencast: Continua a leggere
Non era previsto che stanotte scrivessi.
Non ci avevo affatto pensato.
E chissà perché, chissà per come,
mi sono ritrovato tra queste fogli,
come chi vagando senza meta,
arrivato ad un punto del suo tragitto,
si sente preda della stanchezza e del torpore
e cerca un luogo per riposare in sicurtĂ .
Conosco posti che sanno di casa mia.
Altri che somigliano al mio pagliericcio.
Ce ne sono alcuni che paiono il mio cuscino.
Ne ho visti altri che sanno di festa e di sole.
Ho chinato il capo in stanze calorose.
Ho sdraiato il corpo su morbidi fili d’erba.
A… Continua a leggere