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Mi viene da sorridere.
No, non ridere, ma sorridere.
Che differenza c’é?
Beh, sarebbe come concedere una carezza o dare uno schiaffo:
in ambedue i casi, sempre dalla mano nascerebbe il tutto.
Puoi avermi, é vero;
Con la forza del pensiero o con la forza del desiderio,
eppure così non mi avrai mai come quando mi hai avuto.
Lo conosco questo gioco,
é tra i miei preferiti.
Plasmami come mi avresti sempre voluto e come forse sono stato;
Bevimi, dissetati, divorami, inghiottimi,
ma per favore, tralascia occhi e tocchi e…
amami.
Amami, perché se non riesci più a farlo,
la carezza che ora avverto,
é solo una sberla camuffata dal rosso di questo calice.
Amami…
Che cos’è questa?
Una richiesta?
Un ordine?
Una supplica?
Non posso rispondere a nessuna di queste cose.
L’amore sì da e si riceve e se tu lo senti vuol dire che c’è, quando non lo sentirai più vorrà dire che non ci sarà più.
Non avere timore, questo gabbiano è troppo furbo , troppo attento, troppo accorto, nulla lo può ingannare.
Non è una gazza ladra, non confonde gli oggetti solo perché luccicano e non confonderà l’amore con l’affetto né tanto meno con un finto amore, che è la cosa peggiore.
Mi fido delle sue egoiste lucenti ali bianche, bordate di nero.
Sai chi sono.
Sai come sono.
Il resto non conta.